Scrittore, poeta e drammaturgo ungherese. Sin dall'infanzia fu legato da
profonda amicizia a Petöfi. Insieme a lui fu capo del movimento
intellettuale giovanile ungherese che sfociò nella Rivoluzione del 1848.
Fu giornalista brillante nella polemica e nell'umorismo. Iniziò la sua
carriera di scrittore a 21 anni con il romanzo:
I giorni di lavoro, cui
seguirono:
Un nababbo magiaro; La signora dagli occhi color di mare; Rosa
gialla; Il mio, il tuo e il suo; Padre Pietro; Il nuovo signore,
quest'ultimo considerato il suo capolavoro, e i drammi
I martiri di
Szigetvar, Giorgio Dozza, Milton. Deputato al Parlamento, militò nel
Partito liberale e, nel 1897, entrò nell'alta camera dei Magnati
(Komáron, oggi Komárno 1825 - Budapest 1904).